Maggioranza assente, Consiglio Comunale rinviato all’8 settembre

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Il Consiglio Comunale di Gioia del Colle, convocato per il 1° settembre su richiesta della minoranza, non si è svolto. La maggioranza ha deciso di non presentarsi in blocco, fatta eccezione per il Presidente del Consiglio, e ha così rinviato la seduta all’8 settembre in seconda convocazione. Non si tratta di un semplice spostamento di date: questa scelta politica svuota di significato un diritto delle opposizioni e mina la credibilità delle istituzioni.

La minoranza aveva chiesto l’autoconvocazione già ad agosto, e il regolamento prevedeva che la seduta si svolgesse entro venti giorni. Quell’assemblea avrebbe permesso di discutere temi concreti e importanti: trasparenza amministrativa, accessibilità durante la Festa della Mozzarella, degrado urbano, difficoltà delle imprese locali, proposte per la Consulta dei giovani e cittadinanza onoraria alla dott.ssa Francesca Albanese.

Il Presidente del Consiglio ha spiegato che la prima convocazione richiede almeno nove consiglieri e che la maggioranza aveva anticipato di non poter garantire il numero legale. Tuttavia, il problema non è procedurale. La decisione degli 11 consiglieri di maggioranza di assentarsi tutti insieme rappresenta un chiaro atto politico. Dire che “non si è impedito nulla, è solo rimandato” significa ignorare il significato di questa scelta.

Il rinvio mostra che la maggioranza può decidere se e quando concedere spazio all’opposizione, congelando così il dibattito e riducendo l’efficacia dell’autoconvocazione.

Così il Consiglio comunale perde la sua funzione più alta: diventare la casa di tutti, il luogo dove si ascoltano le diverse voci della città e si cercano soluzioni. La comunità resta senza dibattito trasparente, le opposizioni vengono ridotte al silenzio, e i cittadini perdono l’opportunità di capire come chi li amministra intende affrontare problemi concreti.

Quanto accaduto non è un dettaglio di calendario, ma un campanello d’allarme. Quando il Consiglio perde il suo ruolo, a subire le conseguenze non sono solo i consiglieri di minoranza, ma l’intera comunità. La democrazia non vive di assenze e rinvii: vive di confronto, rispetto delle regole e della volontà dei cittadini di essere rappresentati.

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