Murati i balconcini del cimitero: cittadini sul piede di guerra

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A Gioia del Colle il Ferragosto ha portato una sorpresa amara: davanti ai balconcini di alcune cappelle del cimitero comunale sono comparsi nuovi manufatti che tolgono sole e aria ai loculi già presenti.

La voce dei cittadini è esplosa con rabbia: «Non è solo una questione estetica, è mancanza di rispetto. Quelle cappelle le abbiamo pagate e vogliamo vederle come ci erano state concesse, senza muri davanti».

Il Comune ha avviato un intervento di “manutenzione straordinaria” per realizzare nuovi loculi, approvato con una determinazione del 13 agosto. Un atto regolare sul piano burocratico, ma che apre un nodo sostanziale: la compatibilità con i diritti già acquisiti dai concessionari.

La legge, infatti, riconosce a chi ottiene una concessione cimiteriale un diritto soggettivo reale sul sepolcro (lo “ius sepulchri”), assimilabile a un diritto di superficie e opponibile a terzi. Ciò significa che chi acquista un loculo o una cappella ha titolo a goderne come previsto al momento della concessione, con luce, aria e prospetto liberi. Qualsiasi intervento che compromette queste condizioni può trasformarsi in una violazione giuridica, con ricorsi e richieste di risarcimento.

A rafforzare questo principio interviene anche la legge 241 del 1990, che impone alla Pubblica Amministrazione di avvisare i cittadini quando avvia procedimenti che incidono sui loro diritti o interessi. Non è una semplice formalità: la comunicazione permette di conoscere chi prende la decisione, i tempi previsti e soprattutto di intervenire, presentando osservazioni o documenti. La norma precisa inoltre che i cittadini hanno diritto ad accedere agli atti e a partecipare al procedimento. In concreto, se un Comune decide di modificare un loculo o una cappella già concessa, deve informare i concessionari sin dall’inizio. Solo così le famiglie possono far valere i propri interessi prima che l’opera diventi definitiva.

Per i cittadini non si tratta quindi di un fastidio marginale: temono che il Comune calpesti accordi e diritti consolidati. «Abbiamo pagato per avere certe condizioni, ora ce le cambiano senza chiederci nulla», ripetono in molti, sentendosi traditi.

Il rischio, oltre al malumore crescente, è che l’amministrazione si ritrovi a fronteggiare non solo la rabbia della gente, ma anche una pioggia di contenziosi. Da più parti cresce la richiesta di chiarezza e di un confronto pubblico: perché in un luogo sacro come il cimitero, la dignità dei defunti e la memoria delle famiglie non possono finire all’ombra.

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